mercoledì 13 gennaio 2010

Per chi passa da qui



giovedì 7 gennaio 2010

Un bacio *____*


giovedì 10 dicembre 2009

Buone feste!


giovedì 3 dicembre 2009

Aspettando natale

Mostaccioli


PREPARIAMOCI AL NATALE CHE ARRIVA ...

Ingredienti:
  • 500 gr. di farina
  • 250 gr. di zucchero
  • 150 gr. di miele
  • 15 gr. di pisto
  • 100 gr. di frutta secca ( noci e mandorle )
  • 150 gr. di acqua
  • 3- 4 gr. di ammoniaca
  • 1/2 bustina di cannella
Per la glassatura:
  • nutella bianca q. b.
  • mandorle pelate q. b.
  • 200 gr. di cioccolato bianco
  • 200 gr. di cioccolato fondente
  • 100 gr. di fondente di zucchero
Il procedimento é molto semplice. Si uniscono tutti gli ingredienti (tranne quelli per la glassatura ovviamente ) fino ad amalgamarli ricavandone un panetto morbido. Aiutandosi con il mattarello infarinato stendere l'impasto e ricavare tanti rombi o con una formina apposita o con l'aiuto di un coltello. Porre i rombi su carta forno a 180° in forno preriscaldato per circa 30 minuti. Intanto porre a bagnomaria metà del fondente di zucchero con il cioccolato bianco e un goccio di acqua e sciogliere il tutto .Sul rombo porre un goccio di nutella bianca, qualche mandorla e il cioccolato bianco fuso (Si può usare anche il colorante alimentare per ottenere mostaccioli colorati) . Sciogliere a bagnomaria il restante fondente di zucchero , un altro goccio di acqua e il cioccolato fondente ed usare lo stesso procedimento per la copertura. Vedrete sono buonissimi.

domenica 29 novembre 2009

Stollen dolce natalizio tedesco

RICETTA STOLLEN




Stollen di Dresda (Dresdner Stollen, Germania)
Ingredienti: (Dolce tedesco) 650 grammi di farina, 200 grammi di burro, 150 grammi di zucchero, 100 grammi d’uova intere, 60 grammi di tuorlo d’uovo, 15 grammi di sale, 50 grammi di lievito, 1 1/2 dl di latte, 75 grammi di uvetta di Corinto, 75 grammi di uva passa, 50 grammi di cedro candito tagliato finemente, 50 grammi di arance candite tagliate sottili, raschiatura di un limone, una presa di noce moscata grattugiata, 1 presa di macis, 1 presa di chiodi di garofano, burro fuso, zucchero vanigliato e, a piacere, 50 grammi di mandorle amare e 150 grammi di mandorle dolci.

Preparazione: confezionare un secondo lievito con 150 grammi di farina, il lievito e 2/3 del latte e lasciarlo lievitare per 20 minuti.
Montare il burro insieme allo zucchero, alle uova intere, al tuorlo d’uovo, alla raschiatura di un limone, agli aromi ed al sale.
Al composto così ottenuto aggiungere il secondo lievito, il resto della farina e del latte, quindi lavorare il tutto sino ad ottenere un impasto di una certa consistenza.
Incorporare quindi leggermente la frutta, senza lavorare ulteriormente la pasta.
Lasciare lievitare l’impasto per 20 minuti, lavorarlo leggermente e rimetterlo a lievitare per altri 20 minuti.
Ciò fatto, formarne due pani oblunghi, lasciarli riposare per 10 minuti e cuocerli quindi in forno, avendo cura che ci sia del vapore.
Non disponendo dello speciale generatore di vapore, versare un po’ d’acqua nel forno.
A cottura avvenuta, spalmare i pani con il burro fuso e velarli con lo zucchero vanigliato.
Tempo di cottura: 40 minuti.
Temperatura del forno: 215-220 gradi.

sabato 28 novembre 2009

Perche' viene il singhiozzo

Il singhiozzo è un fenomeno fastidioso dovuto a contrazioni ripetute e involontarie del muscolo diaframma.
287843Il muscolo diaframmatico si contrae durante l'inspirazione e si distende durante l'espirazione, questo muscolo è sotto controllo del nervo frenico e da una sua alterazione può scaturire il singhiozzo.
Il nervo frenico prende origine nel cervello, attraversa la zona cervicale e innerva diversi organi come il diaframma, il pericardio, il fegato, lo stomaco e i reni, quindi se il nervo viene irritato in un qualsiasi punto del suo tragitto, si può determinare il singhiozzo.
Il tipico suono "hic", che si ripete in modo ritmico e continuo per alcuni minuti, è dovuto al fatto che ogni contrazione del diaframma si ha anche una brusca chiusura della glottide, cioè della valvola che separa l'apparato respiratorio da quello digerente.
Oltre al nervo frenico, il singhiozzo coinvolge anche alcune parti del sistema nervoso, tra cui i centri che controllano la respirazione e l'ipotalamo, si tratta di una parte del cervello non controllabile dalla volontà difatto questo è il motivo per cui il singhiozzo si manifesta improvvisamente.

Il singhiozzo  si può scatenare:
- dalla dilatazione dello stomaco, determinata da rapida o eccessiva ingestione di cibo o di liquidi;
bruschi sbalzi di temperatura, come passare dal caldo al freddo oppure bere una bevanda bollente o gelata
- eccessiva ingestione di bevande alcoliche, che può danneggiare la mucosa gastrica provocandone l'infiammazione e indirettamente irritare il diaframma
- episodi di emotività: quando ci si trova in una condizione di forte disagio, si ingoia una quantità di aria superiore al normale; ciò provoca come diretta conseguenza l'irritazione del diaframma e quindi la comparsa del singhiozzo.
Nella maggior parte dei casi il singhiozzo si considera come un fenomeno del tutto normale, che si risolve in pochi minuti, anche ricorrendo a metodi di cura tradizionali o a vere e proprie leggende:  
- trattenere il fiato e restare in apnea per 10-15 secondi, con questa manovra si induce il diaframma a rilassarsi e deve essere preceduta da una inspirazione profonda.
- ingerire rapidamente acqua a piccoli sorsi, oppure metterne un sorso in bocca e spingerla violentemente nell'esofago. Ciò permette di far arrivare al cervello un messaggio in grado di bloccare il singhiozzo.
- favorire uno starnuto. In questo caso si mette in azione tutta la muscolatura diaframmatica e quella intercostale. Di conseguenza si dà uno scossone violento al sistema che riparte riprendendo il suo ritmo normale.
- inghiottire rapidamente un cucchiaino di zucchero: grazie alla composizione in granuli, lo zucchero scendendo attraverso l'esofago, stimola il diaframma fermandone le contrazioni.
- prendere un cucchiaino di aceto: in virtù della sua composizione acida, l'aceto determina una lieve contrazione dell'esofago, spesso sufficiente a interrompere lo spasmo del diaframma.
- prendere un cucchiaino di succo di limone puro: il sapore asprigno del frutto induce a trattenere il fiato per qualche secondo, favorendo la risoluzione del problema.
- bagnare un lobo dell'orecchio con acqua o saliva;
- distrarre la persona.
- spaventare la persona, infatti, la paura  come conseguenza provoca un'ulteriore contrazione del muscolo diaframma, che spesso riesce ad invertire la rotta facendo riprendere il ritmo normale di movimento al muscolo stesso. D'altra parte però, uno spavento improvviso può anche provocare il singhiozzo o addirittura accentuarlo, se già lo si ha. Un sussulto di timore induce, infatti, a inspirare più in fretta del normale, determinando una maggior introduzione di aria nei polmoni, cosa che
può facilmente scatenare il singhiozzo stesso.

Possono però verificarsi, casi in cui esso è particolarmente persistente. Il fenomeno può arrivare a durare anche diverse ore o addirittura giorni, senza smettere o solo con brevissime pause. In questi casi il singhiozzo può essere determinato da:
- problemi agli organi interni, come per esempio una pericardite, ossia una infiammazione del pericardio;
- disturbi dell'apparato digerente;
- alterazioni dei centri nervosi che controllano il singhiozzo: è sufficiente per esempio l'occlusione di un vaso sanguigno che nutre questi centri, perché il disturbo si manifesti.
In tutte queste situazioni è opportuno consultare un medico.


venerdì 27 novembre 2009

Sbadiglio perche' nasce e sopratutto perche' si viene contagiati ora lo sappiamo.

Vi sarebbe una chiave di lettura aggiuntiva nello spiegare il complesso fenomeno fisiologico che induce allo sbadiglio e nella facoltà che ha lo stesso nel contagiare il prossimo di fronte a chi, senza troppo farsene un problema, vi sbadiglia davanti. La spiegazione scientifica proverrebbe da due psicologi statunitensi, i professori Andrew Gallup e Gordon Gallup della State University of New York, presso Albany, che avrebbero sostenuto che, in aggiunta a quanto già si conosce su questa risposta dell’organismo di fronte a determinate situazioni che si contrastano proprio con lo sbadiglio, lo stesso sarebbe da ascriversi anche nella necessità da parte dell’organismo di….. “tenere fresco ” il cervello.

Una spiegazione un po’ suggestiva ma che ci fa ben comprendere che i motivi per cui si sbadiglia sarebbero da ascriversi al fatto che così facendo stimoleremmo la circolazione del sangue apportando al cervello una sorta di ventata di ossigeno in più atto a svegliarlo. Dunque, non si sbadiglierebbe soltanto perché si ha sonno, ma si ha sonno se non si sbadiglia a sufficienza e dunque con lo sbadiglio si contrasterebbe, involontariamente, proprio il sonno.
“Climatizzare ” il cervello con questo meccanismo involontario sarebbe, come ben si sa, pure contagioso, un esperimento questo che è facile constatare quando si sta fra persone, il primo che sbadiglia induce tutti gli altri a farlo in una sorta di catena che unisce l’intero gruppo ed in questo parrebbero non esserci troppe novità rispetto al passato quando si era già appurato che lo sbadiglio di gruppo è generato da meccanismi di empatia utili a mantenere la soglia di vigilanza alta nell’intera compagnia riunitasi..
L’ultimo esperimento in tal senso è stato eseguito dal duetto di psicologi su 44 studenti ai quali è stato proiettato un video che ritraeva un nugolo di persone nell’atto di sbadigliare; al termine del curioso esperimento la metà delle persone appartenente al gruppo di studio sbadigliava alla sola vista dei primi fotogrammi che ritraevano gli attori filmati nell’attimo in cui eseguivano il movimento involontario.
Stupefacente: non tutti siamo sensibili al contagio, ma perchè?
Interessante tuttavia notare che ad una parte degli studenti era stato chiesto di respirare col naso, senza utilizzare contestualmente la bocca, ebbene, gli appartenenti a questo gruppo restava insensibile al contagio dello sbadiglio così come, fra coloro a cui i ricercatori avevano richiesto di assistere al filmato ponendo sulla fronte un pacco di ghiaccio il numero degli “sbadigliatori” calava sensibilmente fino a restare insensibili al “contagio”, ben altra situazione si presentava all’osservazione degli studiosi davanti al gruppetto di volontari che assisteva al filmato se questi ponevano sopra la fronte dei pacchi caldi oppure a temperatura ambiente, in questi lo sbadiglio era… assicurato.

“I vasi sanguigni nella cavità nasale – rivela Gordon Gallup – inviano sangue fresco al cervello. Respirare dal naso, quindi, oppure raffreddare la fronte, contribuisce a rinfrescare il cervello ed elimina il bisogno di sbadigliare. Egli sostiene che il nostro cervello è più efficiente quando è fresco e che sbadigliare aumenta le sue capacità. “La nostra ipotesi – conclude – è che sbadigliare non concilia il sonno, ma lo combatte. I paracadutisti – commenta Robert Provine dell’Università el Maryland - dicono di sbadigliare spesso prima di lanciarsi nel vuoto. Lo sbadiglio è un segnale di transizione fra lo stato di veglia e quello di sonno, oppure fra lo stato di noia e quello di attivazione”.



mercoledì 25 novembre 2009

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne


 Centinaia di iniziative in tutto il mondo celebreranno oggi la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, perché ovunque sono milioni le vittime di aggressioni e soprusi. Tante, troppe, anche in Italia dove, secondo i dati dell'Istat sono quasi 7 milioni le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita.
Cinque milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), tre milioni 961mila violenze fisiche (18,8%). Capelli strappati, spinte, schiaffi, calci, pugni e persino morsi, violenze psicologiche: i partner sono responsabili della quota più elevata di tutte le forme di violenza fisica rilevate, che nella quasi totalità dei casi non vengono denunciate. Oggi sono decine le iniziative organizzate in tutta Italia, che hanno visto un prologo con la manifestazione che sabato scorso ha radunato a Roma 50mila donne riunite dalle associazioni femministe e delle studentesse universitarie..
Ma la Giornata mondiale è l'occasione anche per segnalare le situazioni più compromesse nel mondo, come ha fatto la Sezione italiana di Amnesty International che ha lanciato una campagna in favore delle donne colpite da Hiv/Aids in Sudafrica: su 5,5 milioni di persone malate il 55% dei contagi riguarda le donne. Un monito arriva direttamente dall'Onu: la violenza contro le donne resta un "immenso problema ovunque nel mondo" e in numerose situazioni di conflitto è una piaga "endemica", ha detto a Ginevra l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navy Pillay lanciando un appello contro l'impunità dei responsabili delle violenze.
E l'Ifad, il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo dell'Onu ricorda che le donne delle comunità povere nelle aree rurali sono particolarmente soggette alla violenza, violenza che viene esercitata sotto diverse forme: abusi sessuali e fisici tra le mura domestiche, stupri, diffusione di Hiv-Aids, pratiche tradizionali, come la mutilazione genitale, e il traffico di esseri umani. L'Ifad ha anche ricordato che la data del 25 novembre ricorda quanto avvenuto nel 1960, quando furono violentate ed uccise le sorelle Mirabal, paladine della lotta di liberazione della Repubblica Dominicana dalla dittatura.
In Italia una donna su tre, tra i 16 e i 70 anni, nella sua vita è stata vittima della violenza di un uomo. Secondo i dati dell'Istat, sono 6,743 milioni le donne che hanno subito violenza fisica e sessuale nel corso della propria vita.
Quasi sette milioni di donne.
Dati allarmanti. Che parlano di malvagità inenarrabili, “pesanti” da raccontare da parte delle vittime. O spesso mai raccontate. Perché rivelare di aver subito una violenza è trovare, con forza e coraggio, “parole che costano”. Paradossalmente e ingiustamente, è la vittima a vergognarsi, e non il carnefice.La legge sullo STALKING sembra essere un passo avanti nella problematica sempre piu’ frequente della violenza sulle donne. La donna, oggetto di desiderio dell’uomo da secoli,sembra essere,oggi piu’ che mai,arma di sfogo mista a odio e violenza da parte del “Sesso Forte”.




martedì 24 novembre 2009

Storiella divertente *____*



Una coppia decide di passare le ferie in  una spiaggia dei Caraibi, nello stesso hotel dove passarono la luna di miele 20 anni prima.
Però x problemi di lavoro, la moglie non può accompagnare subito il marito: l'avrebbe raggiunto alcuni giorni dopo.
Quando l'uomo arriva, entra nella camera dell'hotel e vede che c'è un computer con l'accesso ad internet.
Decide allora di inviare una e-mail a sua moglie, ma sbaglia una lettera dell'indirizzo e, sensa accorgersene, la manda ad un altro indirizzo.
La e-mail viene ricevuta da una vedova che stava rientrando dal funerale di suo marito e che decide di vedere i messaggi ricevuti.

Suo figlio, entrando in casa poco dopo, vede sua madre svenuta davanti al computer e sul video vede la e-mail che lei stava leggendo:

Cara sposa, sono arrivato.Tutto bene.Probabilmente ti sorprenderai di ricevere mie notizie per e-mail, ma adesso anche qui hanno il computer ed è possibile inviare messaggi alle persone care.Appena arrivato mi sono assicurato che fosse tutto a posto anche per te quando arriverai lunedì prossimo...°°°...
Ho molto desiderio di rivederti e spero che il tuo viaggio sia tranquillo, come lo è stato il mio.
N.B. Non portare molti vestiti, perchè quì fa un caldo infernale!!!





lunedì 23 novembre 2009

Oggi ho detto basta!!!




Rompere con il partner è difficile. Ci si sente in colpa quando tocca a noi farlo ed è devastante. Il dolore è fortissimo oltre che inevitabile. Ma c'è modo di alleviarlo. Ecco come



E' difficile accettare che proprio lui, che credevi l'uomo giusto per te, si sia rivelato col tempo la persona sbagliata. E' il momento di prendere una decisione difficile. Nessuno ama separarsi dal partner e non esiste un modo facile e indolore per non sentirsi in colpa se hai deciso di riprendere in mano al tua vita. Ma se il dolore non lo puoi evitare, almeno lo puoi alleviare. Il tuo come il suo. Ecco come.

Il concetto base è che c'è modo e modo di dire le cose. La sincerità accompagnata da tatto e buon senso fa miracoli, ed è molto più proficua in situazioni difficili. Facciamo un esempio. Lui ti piaceva ma aveva un grosso difetto: acqua e sapone non erano i suoi migliori amici. E così non ce l'hai più fatta, e dopo qualche mese di appuntamenti, con la segreta speranza che lui inziasse a lavarsi come si deve, non ti sei fatta più viva e non hai più risposto alle sue chiamate. Nessuna spiegazione, nessun addio, niente. Il fatto che tu abbia ignorato le sue telefonate lo ha umiliato profondamente. Eppure qualche segnale del disagio che provavi lo potevi dare, no? Caso numero due: gliene hai parlato, e lui è scappato ferito nell'orgoglio. Ma era assolutamente necessario che tu gli dicessi che il suo concetto dell'igiene personale assomigliava troppo a quello di un suino? A questi livelli la franchezza diventa un'inutile arma letale perché ferisce e in fin dei conti non risolve niente. C'è modo e modo di dire le cose.

Portiamo come esempio un altro caso. Lui era dolce, tenero, carino e simpatico ma non è scoccata la scintilla. Il tanto sperato "ti amo" non è mai uscito dalla tue labbra. Ma lui sì, l'ha fatto, te lo ha detto. E tu non ce l'hai fatta a stare in silenzio o a mentire, e gli hai detto che tu no, non lo ami. Ed è meglio finirla lì. Sarebbe bastato dirgli: "Ho apprezzato moltissimo i bei momenti che abbiamo trascorso insieme ma ho capito che non vedo nessun futuro insieme per noi".  Molto meglio, no? Il messaggio deve essere chiaro ma non per questo umiliante. E smettiamola una buona volta con le solite frasi del tipo "forse non dovremmo vederci per un po' " oppure "devo stare sola perché ho bisogno di capire". Quando le sentiamo dire nei film, oltre alla crisi iperglicemica, ci fanno venire il voltastomaco. E colmo dei colmi queste osservazioni inducono il tuo quasi ex a farsi inutili illusioni che sfociano irrimediabilmente in pensieri del tipo: "Forse se riesco a farle capire che sono una persona interessante e piacevole". Poveri maschietti, quanto possono essere ingenui!

Insomma, rompere con il partner è un atto che va compiuto con mano di ferro in guanto di velluto. Fermezza nella sostanza ma con modi urbani, per evitare un inutile quanto devastante spargimento di sangue. Evitare scene dove ti svegli una mattina e senza aver dato nessuna avvisaglia gli spari a bruciapelo: "Penso che sia meglio che tu te ne vada". Ma come si fa? Vivete insieme da più di un anno e lui non si è reso conto dei tuoi sentimenti reali. L'unica cosa che ti potrebbe rispondere è un distratto "Cosa mi hai detto?", anche se ti ha sentito perfettamente. Niente stereotipi in un momento così importante. Niente "Rimaniamo amici" o "non sei tu, sono io". Niente di tutto questo. Sii onesta. Molto meglio invece un "sono desolata ma i miei sentimenti nei tuoi confronti sono cambiati". Il colpo sarà comunque una mazzata. Ma almeno ti sarà grato - forse non proprio in quel preciso momento - perché l'hai trattato come una persona.